Posted on October 20, 2009 - by Enoteca
Enoteca’s Carmelina Featured in Italy’s Corriere Del Mezzogiorno
CARMELINA, THE NONNA-COOK WHO CONQUERED NEW YORK
Having left Marcianise, Italy in 1961, she went from housewife to being a star in the kitchen of the Enoteca Maria.
by Franco Tontoli
Corriere Del Mezzogiorno
(English translation by Alma Benussi)
MARCIANISE – “My sister told us about her success in New York, cooking in that restaurant she works in along with her italian friends, and what surprises us is that this success has been hitting Italy too! We’re very happy for her, Carmelina is a very modest person and she really deserves all this satisfaction after spending so many years of sacrifice being an Italian immigrant in the United States.â€
Those are the words of Giovanni Tartaglione, who points out his sister in the photo taken in the kitchen of the Enoteca Maria. Carmelina and her “stepsisters” (her new family of cooks in the Staten Island restaurant) are well-known in New York thanks to all the delicacies they serve each night at the tables of the Enoteca Maria, a restaurant that didn’t reach its success through restaurant guides or reviews but with the massive passing of the word between food lovers around New York City who take the ferry from Manhattan and the other boroughs heading to the Italian Enoteca in St. George, Staten Island.
The Nonnas cook with fantasy, smiles and conviviality that give extra flavors to their dishes. Those are the main features of Italian people, very appreciated in Staten Island which has around a half million citizens with 44% of Italian origin. The team of cooks was put together by an Italian-American—Joe Scaravella—a real talent-scout who added to his wine bar a great restaurant. The restaurant, though, is still primarily an Enoteca as the sign says. Joe has been very smart in creating a team of cooks from talented Italian housewifes who turned into chefs. They all come from different Italian regions and their cuisine belongs to their regional traditions, full of echoes of their hometown.
Carmelina Tartaglione, who has been married with Pasquale Pica for almost 50 years now, keeps delighting the custumers with the culinary heritage she brought from Marcianise to the USA, full of memories of smells and tastes she learned from her mother, who had to feed eight children and a husband.
“Carmelina spent a month here with us last September, her first time back in Italy after three years. She has been missing us a lot during these years and now she had the chance of spending some time with us, making up for the lost time. We are eight brothers—Francesca, Vincenzo, Michelina, Antonio, Alfonsina, Elvira, Carmelina and myself. We’re very close to each other. Carmelina left Italy at the age of twenty-two after marrying Pasquale who used to work as a sailor between Italy and America. She became American in 1961. She has three children: Mike, a pharmacist, Tony, and Patricia. She started working for her husband’s brother Bruno in a grocery store where she started making her own fresh food to sell at the counter. Joe Scaravella got to know her and wanted her in his restaurant,†said her brother Giovanni.
Carmelina calls home every Sunday, telling her brothers and sisters about the satisfaction she gets along with all her “stepsisters.” “CarmeliÂna,†Giovanni continues, “always knew how to cook our specialties, our simple dishes: pèttole and fagioÂli, salsiccia and friarielli, vegetable soups, fried anguille and marinaÂted ones, the pancotto, the frittelle with squash flowers, the scagliuozzi. Those simple dishes are so delicious that it’s impossible not to love them. I can see how they are important for all those Italians who live abroad.â€
The dinners at the Staten Island restaurant are all different; the cook from Milano gives her best with risotti and cotolette alla milanese; the cook from Abruzzo with strangolapreti, stringozzi, maccheroni alla chitarra; the Sicilian cook is the queen of fish-based dishes, like her pasta with anchioves. You have eight restaurants in one, not the ordinary spaghetti with meatballs italian joint, but the most delicious and rare dishes of the old italian traditions.
“It’s true,†says her brother Giovanni, “my sister keeps repeating it: she just speaks and cooks Marcianise. And you should see how people love her!â€
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I SUCCESSI DEI CASERTANI EMIGRATI NEGLI STATI UNITI
Carmelina, ecco la nonna-cuoca 
che spopola a New York
Partita da Marcianise nel 1961, da casalinga è diventata star della cucina all’Enoteca Maria
MARCIANISE — “Mia sorella ci ha raccontato del successo che ottiene a New York, nel ristorante in cui cuÂcina con altre amiche italiane e ci stupisce questa notorietà arrivata anche in Italia. Siamo contenti, CarÂmelina non è tipo che si monta la testa, merita le soddisfazioni per i tanti sacrifici affrontati nella sua viÂta da emigrata.”
Parla Giovanni TarÂtaglione, pensionato della Gte, staÂbilimento un tempo fra le colonne portanti della occupazione a MarciaÂnise. E indica, nella foto, la sorella con la bustina da cuoca. Carmelina e le sue sorelle, cioè quelle acquisite tra i fornelli della Enoteca Maria di Staten Island, distretto di New York, furoreggiaÂno per tutto quanto di buono mettoÂno nei piatti portati in tavola. Non c’è stata indicazione con graduatoÂria fatta di simboli tipici delle guide gastronomiche ad affollare i tavoli del ristorante; è bastato il passapaÂrola che s’è fatto sempre più fitto fra buone forchette, gente che a taÂvola non va per le spicce e non c’è sera alla settimana che dal traghetÂto non sbarchino pattuglie di incurÂsori, forchette in resta, diretti alÂl’enoteca italiana a New York.
Le nonne-cuoche lavorano di fanÂtasia, col sorriso e giovialità , ingreÂdienti che rendono più saporite le vivande. Tutte caratteristiche, queÂste, degli italiani, qualità subito apÂprezzate nell’isola di Staten Island, quasi mezzo milione di abitanti di cui il 44% di origine italiana. A mettere insieme il gruppo è staÂto un altro italoamericano, Joe ScaÂravella, un talent scout della ristoraÂzione che ha così arricchito il suo loÂcale, già tipicamente italiano, traÂsformandolo da enoteca a ristoranÂte. Ma, per scaramanzia, ha lasciato la vecchia insegna. Joe ha naso fino, dalla prima delÂle sue cuoche, aveva saputo di un’amica di questa che ai fornelli era brava e poi di un’altra e poi di un’altra ancora e la ‘brigata di cuciÂna’ s’è arricchita di otto comandanÂti. Da varie regioni provengono le cuoche ed è stato naturale assegnaÂre a ciascuna piena libertà di cucinaÂre tutte le tipicità dei rispettivi paeÂsi.
Carmelina Tartaglione, sposata con Pasquale Pica e quasi vicina alÂle nozze d’oro, la clientela continua a deliziarla con tutto il bagaglio culiÂnario che negli Stati Uniti s’era porÂtata nel cuore da Marcianise, ricorÂdi di odori e sapori e tutto quanto aveva imparato dalla mamma, casaÂlinga a fronteggiare marito e otto fiÂgli di robusto appetito.
Racconta Giovanni, il fratello: “Carmelina è stata da noi tutto il mese dello scorso settembre, manÂcava da tre anni ed ha fatto il pieno e gli arretrati di quanto le è mancaÂto di noi. Otto fratelli, Francesca, Vincenzo, Michelina, Antonio, AlÂfonsina, Elvira, lei ed io, sempre molto uniti. Carmelina sposò PaÂsquale, un compaesano che era maÂrittimo sulle navi che facevano la spola tra l’America e l’Italia, aveva ventidue anni e dal 1961 diventò americana. Ha tre figli, Mike che è farmacista, Tony e Patricia. Per guaÂdagnare qualche dollaro cominciò ad aiutare Bruno, fratello del mariÂto, che gestiva una salumeria, qui cominciò a cucinare qualche pietanÂza che persone che là hanno semÂpre fretta portavano a casa. La voce arrivò a Joe Scaravella e fu arruolaÂta.”
Carmelina ogni domenica telefona a turno a fratelli e sorelle e fa il resoconto delÂle soddisfazioni che raccoglie, insieÂme alle sue ‘consorelle’. “CarmeliÂna” — dice ancora il fratello — “sapeÂva già cucinare le nostre specialità , tutti piatti semplici: pèttole e fagioÂli, salsiccia e friarielli, le zuppe di verdura, le anguille fritte e marinaÂte, il pancotto, le frittelle con i fiori di zucca, quelle di farina di granturÂco che noi chiamiamo ‘scagliuozÂzi’. Insomma, niente di eccezionale ma che soprattutto fra italiani alÂl’estero ed anche fra i locali diventaÂno piatti che fanno furore.”
Le serate, nel ristorante di Staten Island, diventano anche confronti culinari a tema, la cuoca milanese ci dà sotto con risotti e cotolette; quella abruzzese sfarina con stranÂgolapetri, stringozzi, maccheroni alÂla chitarra; quella siciliana si sbracÂcia in pasta con le sarde e pietanze di pesce. Insomma, la formula è da otto riÂstoranti in uno che non sono le soliÂte spaghetterie e polpetterie. Ma piatti prelibati della migliore tradiÂzione della cucina casareccia italiaÂna.
“E’ proprio così” — conferma GioÂvanni — mia sorella lo ripete semÂpre: io parlo e cucino solo marcianiÂsano. E devi vedere come sbandieraÂno i tovaglioli.”
4 Comments
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November 1, 2009
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Tony Pica said:
Thats My Mother & she is the BEST…xo
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November 3, 2009
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Jill Hajjar said:
What woman! What a mom! What a cook! I advise to book way in advance for this chef. i went with her daughter and we even had to wait for a table!!!!!
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November 10, 2009
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Daniele Lauro said:
I have been at the Enotoca yesterday during a short visit to N.Y. I came all the way cos I read of the nonnas on the newspaper and I was not dissappointed: cannelloni and coniglio alla cacciatora were just delicious:-) Thanks for making my day Adelina!Daniele, originally from Castellammare di Stabia (NA) but now in Washington D.C.
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March 21, 2012
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jodsca said:
I’m happy your visit to Enoteca was enjoyed… It’s our passion… Thank you… Joe